SABATO 30 NOVEMBRE - ore 15.30
Sotto alla basilica di SS. Giovanni e Paolo si nasconde una successione di strutture più antiche. Due insulae popolari del I sec. d.C. trasformate in domus lussuosa nel III sec. divenuta infine un titulus cristiano nel IV sec.
Una complicata vicenda costruttiva offre uno spaccato eloquente sull’occupazione e la trasformazione dello spazio “pagano” in luogo “cristiano”. Più dettagliatamente qui non è solo evidente la mutazione urbanistica di un intero isolato con nuclei abitativi strade e attività commerciali ma il dettaglio del reimpiego delle strutture classiche negli edifici cristiani, nel segno della continuità da una cultura e una società in trasformazione nei primi anni che videro la diffusione del Cristianesimo fino e oltre la Pace della Chiesa (313 d.C.). La vicenda è riassunta nel complesso conosciuto per l’ultima edificazione, la chiesa dei SS. Giovanni e Paolo al colle Celio, innestata in una serie di costruzioni precedenti alcune conservate con brani murari utilizzati nelle stesse strutture perimetrali della chiesa e relative almeno a due o tre abitazioni romane datate tra il II e la prima metà del III (una comprende al pianterreno anche un piccolo impianto termale). Nelle strutture murarie, si possono apprezzare le differenti stesure e indovinare in base alla “resa espressiva” e alla qualità “estetica” l’appartenenza cronologica, ma soprattutto i dipinti, ancora godibili, sono il segno precipuo delle trasformazione e degli eventi importanti che determinano la singolarità del monumento. Elementi appartenenti al repertorio iconografico pagano (Venere e Bacco?) convivono con soggetti tratti dallo stesso repertorio ma trasfigurati per il contenuto soterico alla luce della resurrezione di Cristo: l’Orante, motivo ricorrente a raffigurare la beatitudine, segno di ringraziamento per il raggiungimento di uno stato di grazia, “l’apostolo filosofo” con il rotolo della legge di Cristo nella mano destra e la scena simbolica della mulctra (secchia di latte tra due pecore) simbolo di refrigerio ovvero di linfa vitale. Due centri “parrocchiali” dunque siglano la fase cristiana, il titulus Byzantis e il titulus Pammachi, e solo a quest’ultimo si riferirà l’intitolazione del VI secolo ai due Santi eponimi. I nuclei parrocchiali seguono probabilmente un primitivo insediamento dei fedeli in una “casa cristiana” ( domus ecclesia) riservata ad un culto ancora celebrato in forma ristretta e riservata. Un evento su tutti cambierà la storia di questo complesso rendendolo unico nel suo genere: la sepoltura, del tutto inconsueta per un centro urbano, dei martiri Giovanni e Paolo, morti probabilmente durante il regno di Giuliano l’Apostata (361/363 d.C.). La vicenda agiografica dei due martiri si inserisce nella dinamica complessa delle compilazioni delle Passio che spesso imbastiscono un ricco racconto con elementi tipo su un nucleo autentico. La violenta reazione da parte dell’imperatore, che è ricordato per essere l’ultimo dei baluardi pagani dell’epoca della Pace della Chiesa, fu l’estremo tentativo per diminuire la forza crescente del cristianesimo dopo aver giocato anche la carta del favore concordato alla comunità ebraica; ma non bastò ad impedire il dilagare del messaggio cristiano giunto fino al cuore del potere. I due martiri sono ricordati come membri del Palazzo gestori in favore della Chiesa delle ingenti sostanze di Costantina figlia di Costantino il Grande e cognata dell’imperatore.
Appuntamento: ore 15.15 – Dove: piazza dei SS. Giovanni a Paolo (Ingresso basilica)- COSTO VISITA: € 9,00 (adulti); € 5,00 (11-17 anni) + Costo ingresso: € 8,50 (ridotto € 6; gratuito fino a 12 anni).
Prenotazioni entro e non oltre il 26 Novembre.
Prenotazione obbligatoria al 333.2717726